I lavori presentati da Christian Zanotto in galleria Famiglia Margini sono inediti, frutto di anni di ricerca ininterrotta e segreta, condotta per portare avanti un'indagine sulle possibilità creative situate tra la fisicità e l'immaterialità, per aprire nuove soglie alchemiche che siano lo specchio nero del contemporaneo: varchi da attraversare, come Alice, per intraprendere un viaggio inusuale attraverso un universo normalmente velato, ma onnipresente ed eterno.
Stimolando la dimensione intima della nostra psiche col fine di portarci innanzi il senso dell'ambiguità', l'artista ci invita a cercare una nuova chiave con cui guardare agli interrogativi più profondi sulla natura della nostra esistenza, senza più perderci negli alienanti automatismi scanditi dalla rotazione dell’orologio a croce uncinata.
Il titolo della mostra,"GOD O' CLOCK - Horlogerie Exquise - God Is Wearing A Rolex", propone, attraverso giochi di parole l’idea di un Dio che sta bleffando sulla fine dei tempi.
Il Rolex, sinonimo di orologio di suprema qualità, l'"orologio d'oro" per eccellenza, indossato al polso di Dio diviene simbolo del prestigio di chi del tempo e' padrone, perché ne decide l'esistenza ed il termine.
Un’intelligenza sadicamente costruita usando come materia prima le paure e le speranze dell’uomo, detiene un marchingegno squisito creato per mostrare l’inafferrabile, congeniato per il controllo totale della mente dell’organo sociale. Tale entità ci si mostra oggi indicandoci nuove strade di un itinerario aperto ad una cangiante mutabilità: un viaggio per spostare altrove la linea d’orizzonte, momento dopo momento, percorrendo vie marginali e gettando nuovi ponti tra estremi apparentemente incolmabili.
L'arte di Christian Zanotto e' continuamente tesa a mettere in atto la congiunzione degli opposti. Un azzardo sul filo del rasoio. Nelle sue opere follia e razionalità si completano, così come l'amore per il giusto e per il falso, l'estetica e l’anestetico.
Inediti virtuosismi e ambiguità tecniche appaiono mediante il filtro mistificante dell’arte e spingono a chiedersi quale sia la vera origine delle cose. In mancanza di una risposta certa, l’uomo continua a perdersi e ritrovarsi nello specchio di un meccanismo di ingranaggi spirituali, ove il terrore si miscela al piacere, nel sublimare insieme Eros e Psiche.
Una bellezza dal fascino estremo, al di la' dello specchio vive nelle grandi pale in cristallo dell’esposizione “HORLOGERIE EXQUISE”.
Le figure, collocate in una dimensione immateriale e luminosa, attingono all'immaginario del sacro, del religioso, del mitologico: personaggi possenti ed alati, ieratiche "sacerdotesse", entità dal corpo perfetto, femminee e mascoline al tempo stesso, ci si presentano, quadro dopo quadro, nella loro nudità o adornate da un elaborato abbigliamento ricco di preziosi dettagli.
Accanto alla loro, ecco poi la presenza di complesse macchine metalliche e dorate, sorta di troni, mezzi di locomozione o combattimento, impressionanti costruzioni dall'oscura funzione dotate di svariati ingranaggi.
I video ci donano delle ali di cera per volare in un percorso d’introspezione verso la conoscenza della natura dell’universo, ogni certezza si scioglie fra imput consci ed inconsci, nel trip di un turbinio di luci, suoni, parole e colori.
L’”Olimpo” di Christian Zanotto è generato da costruzioni di luce nel mondo virtuale, interlacciato fra vari software, come in una realtà parallela che ci è riportata per mezzo della
tecnica inedita del trasferimento di immagini digitali su cristallo, attraverso un processo di esposizione fotografico.
La matrice dell’intelligenza artificiale con cui l’artista elabora, convive con un rigoroso spirito
progettuale e un rispetto sacrale per la casualità sincronica.
La figuratività, sempre impostata su un grande controllo compositivo, e' infatti intrisa della memoria dotta dei modi della tradizione pittorica, a partire dalle immagini fabbricate nelle botteghe dagli artisti nel rinascimento, ai rimandi ed echi del gotico, del manierismo, del barocco. Le opere paiono così, nella nostra memoria, causare un senso nuovo di continuità spazio-temporale. La preziosità degli intrecci e delle trame complesse dei vari decori rimanda alla percezione del senso di interrelazione continua, vicino allo stile fiammingo dal coraggio visionario e la cura maniacale per il particolare iper-definito.
Il grande cristallo e’ un congelato specchio nero del contemporaneo: le autoritarie figure, intoccabili nella loro sfera di ricchezza e potere, governano implacabili e squisiti meccanismi ad
orologeria, che ci rendono carni psicologicamente vincolate ai superiori dogmi di automatismi inconsci. L’alternativa e’ quella di divenire entità e vivere la consapevolezza che ci fa essere; la chance è quella di intraprendere un cammino filosofico e spirituale, alla ricerca di risposte non più aliene, ma uniche e personali.
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